Il Territorio

Da quello che mi risulta, per averlo sentito raccontare più volte da alcuni anziani, alla fine dell’Ottocento nell’Alta Valle Versa erano comunque pochi gli appezzamenti di terreno coltivati a vigneto.
La produzione agricola era prevalentemente composta da frumento, erba medica, granoturco e alberi da frutto, produzioni che si dividevano il territorio con boschi e campi di erba medica indispensabile per l’allevamento del bestiame. Quasi tutte le famiglie contadine avevano una stalla con i bovini. Questo permetteva loro di avere letame ben maturo a sufficienza, con cui concimare i vigneti che, così nutriti e vangati manualmente, producevano uve di ottima qualità.

La sua Evoluzione

L’arrivo delle prime macchine agricole ha dato decisamente una svolta allo sviluppo viticolo dell’Alta Valle Versa.
I vigneti si sono così moltiplicati sostituendo completamente le coltivazioni di frumento, erba e granoturco oltre ai pochi frutteti, ancora esistenti.
Sicuramente dominanti oggi sono i Pinot Nero e Grigio, lo Chardonnay oltre al Moscato che, per sua natura di vino dolce da dessert, ha sempre faticato non poco, negli anni passati, a trovare una stabile richiesta sul mercato delle uve.
Il Riesling, un altro eccellente bianco è riuscito comunque a mantenere una sua piccola porzione territoriale, mentre poco spazio è invece rimasto per la pur ottima Malvasia. Barbera e Croatina pur avendo ridotto la loro diffusione, hanno comunque mantenuto una loro buona presenza territoriale. Con risultati, per la verità non sempre costanti, si è così cercato di valorizzare il territorio impiantando prevalentemente vigneti con uve a maturazione precoce, per le quali l’Alta Valle Versa è particolarmente vocata.
Cantine Monterosso
di Massimo Comaschi
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